Con riguardo alla residenza abituale del minore, la Corte di Cassazione ha stabilito che la stessa
debba risultare funzionale all’obiettivo perseguito dalla Convenzione dell’Aja di ripristino dello
status quo relativo al minore, dovendo pertanto essere ancorata al luogo che denota una certa
integrazione del minore in un ambiente sociale e familiare, dovendosi tenere conto della durata,
della regolarità, delle condizioni e delle ragioni del soggiorno nel territorio di uno Stato membro e
del trasloco della famiglia in tale Stato, della cittadinanza del minore, del luogo e delle condizioni
della frequenza scolastica, delle conoscenze linguistiche nonché delle sue relazioni familiari e sociali
nel detto Stato.