La Corte Edu si pronuncia sui ricorsi presentati da cinque cittadini polacchi avverso la legislazione
interna che autorizza un sistema di sorveglianza segreta e di conservazione dei dati delle
telecomunicazioni, delle comunicazioni postali e digitali, al fine di un potenziale utilizzo da parte
delle autorità nazionali competenti. Essi lamentavano l’assenza di rimedi ai sensi del diritto interno
volti a consentire alle persone che credono di essere state sottoposte a sorveglianza segreta di
ricorrere contro tale misura e farne verificare la legittimità.
I Giudici di Strasburgo hanno convenuto che la normativa nazionale non forniva garanzie sufficienti
contro un ricorso eccessivo alla sorveglianza e l’ingerenza indebita nella vita privata delle persone;
assenza di garanzie non sufficientemente controbilanciata dall’attuale meccanismo di controllo
giurisdizionale.
Di qui la riconosciuta violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare e della
corrispondenza.