La Corte Edu si pronuncia sul caso riguardante l’intercettazione e la registrazione di alcune conversazioni telefoniche del ricorrente nel contesto di un’indagine penale su sospetta corruzione all’interno del National Property Fund (l’agenzia di privatizzazione del paese). All’epoca il ricorrente era un alto funzionario del NPF e l’indagine penale non lo aveva, però, riguardato direttamente. Successivamente, nel 2016, parte del materiale intercettato è stato incluso nel fascicolo di un’altra indagine penale sulla cattiva gestione dei beni del NPF ed in questo caso il ricorrente era uno dei principali sospettati.
I Giudici di Strasburgo hanno ritenuto che il ricorrente, in quanto colpito casualmente dalle misure di intercettazione telefonica, non avesse beneficiato delle garanzie necessarie in ordine a registrazione, archiviazione e conservazione continuata del materiale intercettato. Di qui il riconoscimento dell’avvenuta violazione del suo diritto al rispetto della vita privata e familiare.