In tema di risarcimento del danno per colpa medica, la Suprema Corte afferma che la verifica del nesso causale tra omissione ed evento dannoso viene effettuata sulla base della preponderante evidenza, ossia della maggior probabilità (in termini logici o ‘baconiani’) di quali sarebbero state le conseguenze se, al posto dell’omissione, il medico convenuto avesse posto in atto il comportamento dovuto. La Corte, dunque, precisa che tale giudizio non può essere ancorato alla determinazione quantitativa-statistica delle frequenze di classi di eventi (cd. probabilità quantitativa o pascaliana), ma deve essere il più aderente possibile al caso concreto.
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