Il Consiglio di Stato si pronuncia sull’inammissibilità della sanatoria condizionata mediante accordo ex art. 11 della l. n. 241 del 1990 e nozione “statica” dell’accertamento della doppia conformità.(Consiglio di Stato, sezione II, 25 febbraio 2025, n. 1648)

La sanzione ablatoria, proprio in ragione della sua incidenza su un diritto di rilievo costituzionale,
quale la proprietà, “recupera” tale momento soggettivo, in quanto presuppone che il proprietario
incolpevole sia stato messo a parte della situazione e non si sia adoperato per evitarla. Proprio a
tutela di tale momento di imputazione soggettiva dell’illecito il meccanismo procedimentalizzato di
tale fattispecie acquisitiva prevede una parentesi accertativa dell’eventuale spontanea ottemperanza
all’ordine di demolizione da parte dell’ingiunto, i cui esiti devono essergli previamente comunicati.
L’ordine di demolizione e l’atto di acquisizione al patrimonio comunale costituiscono dunque
inconfutabilmente due distinte sanzioni, che rappresentano la reazione dell’ordinamento al duplice
illecito posto in essere da chi dapprima esegue un’opera abusiva e, poi, non adempie all’obbligo di
demolirla.

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