Il Consiglio di Stato garantisce l’incolumità pubblica sacrificando l’esercizio dell’attività economica (Consiglio di Stato, Sez. III, sentenza 15 aprile 2024, n. 3422)

Il Consiglio di Stato, chiamato a giudicare la legittimità di un provvedimento di sospensione, ex art.
100 del Tulps, della validità delle autorizzazioni amministrative per somministrazione di alimenti e
bevande e per intrattenimento musicale, ha arricchito il composito mosaico del bilanciamento tra
libera iniziativa economica e pubblica sicurezza.
La ratio della disposizione richiamata è proprio quella di attribuire all’autorità di pubblica sicurezza
il potere di sospendere la licenza commerciale relativa ad un esercizio pubblico in caso di situazioni
che possano rappresentare un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon
costume o per la sicurezza dei cittadini.
Tale misura di prevenzione (non repressiva o sanzionatoria) è volta, dunque, alla tutela
dell’incolumità della collettività e, in particolare, dei clienti.
Respingendo il ricorso promosso dall’esercente, i Giudici amministrativi ritengono legittimamente
disposto il provvedimento di sospensione sia in caso di incidenti verificatisi all’interno del locale,
sia in ipotesi di eventi riconducibili a soggetti che non possono essere considerati avventori del luogo
e ad atti di violenza avvenuti nelle adiacenze dello stesso.
Nell’indefettibile attività di bilanciamento tra l’interesse privato, costituzionalmente garantito, allo
svolgimento dell’attività economica e la tutela della pubblica incolumità viene, quindi, sacrificata la
sfera privata in nome del superiore interesse pubblico. Naturalmente in tale quadro si dovrà sempre
svolgere la valutazione di proporzionalità della misura disposta.

Redazione Autore