La Corte Edu si pronuncia sul caso di due cittadini rumeni, i quali lamentavano di essere stati
detenuti nelle carceri nazionali in condizioni insoddisfacenti.
La Corte ha osservato che ad entrambi i ricorrenti era stata concessa, ai sensi della legge rumena n.
169/2017, una riduzione della pena detentiva quale risarcimento per le cattive condizioni di
detenzione. Di conseguenza entrambi avevano beneficiato del rilascio anticipato.
I Giudici di Strasburgo hanno ritenuto, in particolare, che l’applicazione di tale legge dimostrasse,
in sostanza, il riconoscimento da parte delle autorità rumene di una violazione dell’articolo 3 della
Convenzione.
La Corte ha, inoltre, riconosciuto come adeguato ed appropriato il meccanismo di compensazione
implementato, consistente, appunto, in una riduzione della condanna.
Pertanto, i due ricorrenti non potevano più lamentare di essere vittime di una violazione dell’articolo 3 Cedu. Di qui la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi.