La Corte EDU si è pronunciata sul diritto ad un equo processo. Il Sig. Papadopoulos aveva richiesto l’affidamento del figlio, inizialmente affidato alla madre dopo il divorzio. A seguito dell’intervento dell’organizzazione per la protezione dei minori è stato denunciato che il bambino subiva maltrattamenti fisici (abusi sessuali) da parte del padre. Nella causa contro tale accusa, l’ex moglie ed il figlio del richiedente furono convocati a testimoniare. Il processo finì con la condanna del richiedente che successivamente ha sostenuto che le dichiarazioni rese dal figlio non soddisfacevano le condizioni legali, in quanto non assistito da uno psichiatra infantile e per questo motivo ha addotto una violazione dell’art. 6 Conv.
La Corte ha osservato che alla data in cui il bambino ha testimoniato davanti al giudice, le procedure specifiche per i testimoni minori ancora non erano entrate in vigore e che la dichiarazione resa dal figlio non è stato l’unico elemento su cui i tribunali si sono basati per la condanna. Sulla base di ciò la Corte ha concluso che è stata assicurata nel procedimento l’equità globale nei confronti del ricorrente, che ha beneficiato anche di elementi compensativi tali da consentirgli di esercitare i suoi diritti alla difesa in modo adeguato ed efficace. Pertanto non vi è stata alcuna violazione dell’. art. 6 Conv.