La Corte EDU ha condannato l’Italia per la violazione degli articoli 2, 3 e 14 della Convenzione, in quanto le autorità italiane non agendo tempestivamente mediante l’adozione di adeguate misure di protezione della ricorrente, vittima di violenza domestica, hanno determinato una situazione di impunità, che ha favorito la reiterazione delle condotte violente del marito determinando il tentato omicidio della donna e all’omicidio del figlio della stessa.
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