Dovere di difesa della Patria e patto sociale tra “Amministrazione della difesa e cittadino”: l’alba di una nuova responsabilità da c.d. “ingegneria sociale”?

Com’è noto, il carattere squisitamente peculiare del rapporto tra Amministrazione della difesa e cittadino-militare si rinviene nell’obbedienza c.d. “passiva” di quest’ultimo, tenuto ad adempiere ai doveri fissati dalle norme generali e a dare immediata esecuzione agli ordini del superiore. In tale panorama, muovendo dall’assunto secondo il quale l’Amministrazione è tenuta a riparare il sacrificio patito dal singolo cittadino per il corretto perseguimento dell’interesse collettivo (dovere di difesa della patria), si svolgono alcune riflessioni intorno alla natura della eventuale responsabilità dell’Amministrazione della difesa, nell’ipotesi in cui il militare dovesse subire un danno durante l’espletamento del proprio servizio, in particolare a seguito dell’esposizione all’uranio impoverito.

As is know, the exquisitely peculiar nature of the relationship between the Defense Administration and the citizen-military can be found in the so-called obedience “passive” of the latter, bound to fulfill the duties established by the general norms and to give immediate execution to the orders of the superior. In this scenario, the study, starting from the assumption according to which the Administration is required to compensate for the sacrifice suffered by the individual citizen for the correct pursuit of the collective interest (duty to defend the homeland), some reflections will be conducted around the nature of the responsability of the Administration of defense in the hypothesis in which the soldier were to suffer damage during the performance of his service, in particular following exposure to depleted uranium.