Verso una “liberalizzazione” del suicidio assistito? (Note critiche ad una questione di costituzionalità sollevata dal Gip di Firenze)

Lo studio analizza una questione di legittimità costituzionale, promossa in relazione alla disciplina sul fine vita. In particolare, è sottoposta al vaglio della Corte costituzionale la normativa che rende non punibile l’assistenza al suicidio (art. 580 c.p.), così come modificata dalla sent. n. 242 del 2019 dello stesso giudice delle leggi. Il Gip di Firenze ritiene incostituzionale uno dei presupposti della mancata sanzione, e cioè il fatto che il malato sia tenuto in vita per mezzo di trattamento di sostegno vitale. Gli autori sottopongono a critica l’impianto dell’ordinanza di rimessione. La disciplina vigente non può essere considerata né irragionevole, né lesiva dell’autodeterminazione protetta della Costituzione, né contraria alla dignità della persona. Altresì infondato appare il richiamo del giudice a quo alla giurisprudenza della Corte EDU.

The article deals with legal aspects of the end-of-life issue in Italy. It focuses in particular on the Italian Constitutional Court’s decision No. 242 of 2019 that made  the assistance to suicide (article 580 of the Italian Criminal Code) under certain circumstances non-punishable. Now a judge in Florence has challenged the new legal setting in front of the Italian Constitutional Court. This judge considers unconstitutional the fact that assisted suicide is non-punishable only if the patient is kept alive by means of life-support treatment. The authors of the article criticize the thesis of this judge. The Italian legal order is neither unreasonable, nor does it violate the self-determination as protected by the Italian Constitution, or is it contrary to the dignity of the person. The case law of the European Court of Human Rights can not be used to overcome such conclusions.