La nuova legittima difesa, tra istanze securitarie e valori costituzionali

La promulgazione della nuova legge sulla legittima difesa è stata preceduta da forti prese di posizione politiche e mediatiche ed offre oggi lo spunto per alcune riflessioni sulle novità contenute nella riforma. Nella prima parte dell’articolo vengono esaminati i tradizionali principi su cui si fonda la scriminante, con un richiamo alla disciplina previgente e alle questioni che essa poneva; indi gli autori procedono a un’analisi critica delle novità e dei punti oscuri della legittima difesa “rinnovata”, che rischia di estendere oltremisura i casi in cui sarà consentito “farsi giustizia da sé”. Sono approfonditi nella seconda parte altresì gli aspetti più propriamente costituzionalistici, senza rinunciare a dare rilievo ad alcune criticità che connotano l’impianto del provvedimento, con particolare riferimento all’intervento sui requisiti della proporzione e della necessità e alla previsione dello “stato di grave turbamento”.

The promulgation of new self-defence law has been preceded by hearty political and media stances and today is the starting point for some reflections about changes contained in the reform. In the first part of the article, traditional principles on which justifying institution is based are examinated with a reference to preexisting rules and to issues it posed; afterwards, the authors proceed to a critical analysis of changes and obscure aspects of “renewed” self-defence, which risks extending beyond measure the cases in which “to take the law into one’s own hands” will be allowed. Furthermore, the second part of the article goes over the more strictly constitutional aspects, without renouncing a judgment on some critical issues that characterize the structure of the provision, with particular reference to the intervention on the requirements of proportion and necessity and to the forecast of the “state of serious disturbance”.