Anche i comuni devono contribuire al risanamento della finanza pubblica (Corte costituzionale, sent. 19 giugno 2024, n. 145)

Con la sentenza in oggetto, la Corte ha dichiarato la non fondatezza delle questioni di
legittimità costituzionale, sollevate dalla Regione autonoma Valle D’Aosta, dell’art. 6-
ter, comma 4, del decreto-legge n. 132 del 2023, che ha modificato il comma 853 dell’art.
1 della legge n. 178 del 2020 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario
2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023).Tale disposizione, insieme ai
precedenti commi da 850 a 852, impone a tutti gli enti territoriali italiani (regioni,
province, città metropolitane e comuni), compresi quindi i comuni valdostani, di
versare un contributo a favore delle finanze statali in considerazione delle esigenze di
contenimento della spesa pubblica e della necessità di rispettare gli obblighi imposti
dall’Unione europea. Secondo la Consulta nessun ente territoriale, dunque, può
sottrarsi ai propri doveri finanziari nei confronti dello Stato, perché ciò significherebbe
aggravare il peso del contributo per gli altri enti, in violazione del principio di
attuazione del principio dell’equilibrio di bilancio a norma dell’art. 81 Cost., che
imporrebbe il rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea
anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano,
compatibilmente con i rispettivi statuti e con le relative norme di attuazione.

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