Arricchimento senza causa: occorre coniugare il diritto fondamentale di azione del depauperato con l’esigenza del buon andamento dell’attività amministrativa (Cass. Civ., sez. III, sent. 12 luglio – 29 ottobre 2019, n. 27608)

L’istituto dell’arricchimento senza causa deve interpretarsi in maniera più aderente ai principi costituzionali e a quelli specifici della materia che assegnano una dimensione fattuale di evento oggettivo all’arricchimento di cui all’art. 2041 c.c., e alla relativa azione una funzione di rimedio generale a situazioni giuridiche altrimenti ingiustamente private di tutela, tutte le volte che tale tutela non pregiudichi in alcun modo le posizioni, l’affidamento, la buona fede dei terzi. Di conseguenza, in tale prospettiva il diritto fondamentale di azione del depauperato può adeguatamente coniugarsi con l’esigenza, altrettanto fondamentale, del buon andamento dell’attività amministrativa, affidando alla stessa Pubblica Amministrazione l’onere di eccepire e provare il rifiuto dell’arricchimento o l’impossibilità del rifiuto per la sua inconsapevolezza (c.d. arricchimento imposto).

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