Queste poche righe sono il mio personale e tristissimo saluto al Prof. Dr. Hans Meyer, venuto a mancare proprio in queste ore. Ho conosciuto Hans Meyer la prima volta a Berlino, per il tramite del mio carissimo Maestro tedesco ed Amico Prof. Erhard Denninger (anche lui mancato da poco…) quando era ancora autorevole Presidente dell’ Università “v. Humboldt” di Berlino, eletto a tale carica nel 1996, dopo la riunificazione della Germania. Ne sono diventato, in seguito, amico e frequentatore nei mie rituali soggiorni di studio o di lezioni presso l’Ateneo di Francoforte sul Meno, dove Hans Meyer dal 1974 ha prestato il suo Magistero di Professore di diritto dello stato, amministrativo e finanziario (Staats-, Verwaltungs- und Finanzrecht) , prima di transitare alla Humboldt-Universität. Così, egli ha vissuto spalmando il suo tempo tra il soggiorno a Berlino e quello a Francoforte.
Con sua moglie Marigret, a cui va oggi il mio pensiero più affettuoso, erano diventati amici di famiglia, soprattutto, Hans Meyer nutriva un affetto particolare per la mia prima (all’epoca, anche unica) figlia Margherita, a quel tempo aveva poco più di tre anni, che egli chiamava affettuosamente “principessa”. Ho avuto il piacere e l’onore di essere stato invitato, con tutta la famiglia, all’annuale Sommerfest, che si celebrava di solito verso la fine del mese di agosto nella sua bella villa di Francoforte, per Hans Meyer un rituale momento di incontro di studiosi amici e colleghi di Ateneo, per me un’occasione di conoscenza di tanti illustri Accademici del corpo docente della “J.W. v. Goethe-Universität”.
L’ultima volta che ho incontrato il Prof. Meyer è stato a Berlino nel luglio del 2019, prima ancora dell’avvento della tempesta pandemica, dove lui in quel momento viveva e dove io mi trovavo per ragioni di studio. Non godeva più di un ottimo stato di salute ma, ancora una volta, sono stato con tutta la famiglia suo gradito ospite a pranzo nella bella casa a pochi passi dall’Università “Humboldt”.
Con Hans Meyer ho discusso sovente di tematiche costituzionali (era infaticabile nella sua attività di ricerca e produzione scientifica) e da ogni discussione ne sono uscito sempre arricchito di qualche importante suggestione o insegnamento. L’impronta del Maestro era indelebile…
Di lui, però, non serbo solo il ricordo immarcescibile dello Studioso appassionato e del Giurista rigoroso, conservo e coltivo soprattutto quello, privato, dell’uomo sensibile, aperto, dolce e affettuoso con i miei figli e mia moglie. Un Amico davvero raro e buono, che ora è andato via… Questo uomo oggi io piango, prima ancora dell’Accademico e del Maestro, insieme a sua moglie ed a quanti lo ebbero caro. Gli siano spalancate fin da subito le porte del Paradiso…