Economicità e tempestività rappresentano due importanti corollari di quella buona azione amministrativa di cui tratta l’art. 97 Cost. La loro realizzazione ha imposto l’adozione di strumenti di semplificazione. Ha richiesto di attribuire rilievo all’inerzia della p.a., riconoscendo al silenzio della stessa un preciso significato. È nato così il silenzio assenso: un istituto che, se da un lato, permette di soddisfare il principio di buon andamento della p.a., dall’altro sacrifica quelle fasi del procedimento in cui l’amministrazione bilancia i diversi interessi in gioco. Ci si chiede, quindi, quanto l’istituto del silenzio assenso sia compatibile con la tutela degli interessi sensibili ed, in particolare, con quella degli interessi ambientali. Le risposte offerte a tale quesito sono state molteplici. Nel corso degli anni, la compatibilità tra silenzio assenso ed interessi ambientali è stata, dapprima, esclusa e, successivamente, ammessa, anche se solo limitatamente. In detta prospettiva, il presente contributo ha lo scopo di ricostruire i principali orientamenti legislativi e giurisprudenziali sul rapporto tra silenzio assenso ed interessi ambientali, ricercando le diverse soluzioni che sono state fornite per bilanciare i predetti interessi con i principi di economicità, tempestività e semplificazione amministrativa. In particolare, si desidera valutare quali siano stati gli strumenti proposti come “ago della bilancia” nella ricerca di un delicato equilibrio tra interessi sensibili e buona azione amministrativa, soffermandosi sull’insegnamento derivante dalle più recenti sentenze, che paiono attribuire tale compito alla discrezionalità amministrativa.
Economy and timeliness represent two important corollaries of that good administrative action referred in art. 97 of the Constitution. Their implementation has imposed the adoption of simplification tools. He asked to attach importance to the inertia of the p.a., recognizing a precise meaning in the silence of the same. Thus was born silent assent: an institution that, if on the one hand, allows to satisfy the principle of good performance of the p.a., on the other sacrifices those phases of the procedure in which the administration balances the different interests at stake. One wonders, therefore, how compatible the institution of silent assent is with the protection of sensitive interests and, in particular, with that of environmental interests. The answers offered to this question were manifold. Over the years, the compatibility between assent silence and environmental interests has been initially excluded and subsequently admitted, even if only to a limited extent. With this in mind, this contribution aims to reconstruct the main legislative and jurisprudential guidelines on the relationship between silent consent and environmental interests, seeking the different solutions that have been provided to balance the aforementioned interests with the principles of economy, timeliness and administrative simplification . In particular, we want to evaluate which tools have been proposed as a “balance needle” in the search for a delicate balance between sensitive interests and good administrative action, focusing on the teaching deriving from the most recent judgments, which seem to attribute this task to administrative discretion .