Concessioni balneari e diritto europeo: nuovi “lati oscuri” della disapplicazione del giudice penale (nota a Cass. pen., sez. III, 12 giugno 2019, n. 25993)

È in corso nel nostro ordinamento una tangibile tensione tra giudice penale ed attività dell’amministrazione, specie se discrezionale. La sentenza annotata riflette tali criticità, nel delicato settore dei rapporti tra normativa nazionale che dispone la proroga o il rinnovo automatico delle concessioni di determinati beni e i principi europei in tema di unificazione dei mercati e liberalizzazione delle attività economiche. Nel commento a tale giurisprudenza si evidenzia come essa non consideri la situazione di affidamento del privato relativo a un periodo temporale contrassegnato dalla vigenza di una norma di diritto interno che sanciva il regime del rinnovo automatico del titolo concessorio, determinando un vulnus ai principi di certezza del diritto e ai principi che subordinano la configurabilità del reato alla sussistenza delle condizioni soggettive di dolo o colpa. Inoltre, il giudice penale finisce per disapplicare una norma extra-penale interna, la cui retroattività favorevole avrebbe dovuto scriminare la situazione del concessionario, anche alla luce delle recenti tendenze giurisprudenziali volte ad assegnare un più solido fondamento, costituzionale ed europeo, al principio della retroattività della lex mitior in materia penale.

There is a strong tension in our legal system between the criminal judge and the administration’s activities, especially if discretionary. The Supreme Court reflects these critical issues, in the sector of relations between national legislation which provides for the automatic extension or renewal of concessions for certain goods and the European principles on the unification of markets and liberalization of economic activities. The comment on this jurisprudence highlights how it does not consider the situation of legitimate expectation relating to a period of time marked by the validity of a rule of internal law which sanctioned the regime of automatic renewal of the license, causing a “vulnus” to the principles of certainty of the right and to the principles that subordinate the configurability of the crime to the existence of certain subjective conditions. Furthermore, the criminal judge disapplies an internal extra-criminal rule, the favorable retroactivity of which would have had to eliminate the concessionaire’s situation, also in accordance with the recent jurisprudential tendencies aimed at assigning a more solid base, constitutional and European, to the principle of retroactivity of the “lex mitior” in criminal matters.