In ricordo del Prof. Jörg Luther – di Saverio Regasto

Il Professor Jörg Luther ci ha troppo prematuramente lasciati, vinto da una repentina quanto terribile malattia. Chi come me ha avuto più di una occasione di frequentarlo – per i comuni interessi di ricerca sulla Germania, piuttosto che nei vari Convegni e, infine, in occasione di un esame finale di dottorato a Verona – ne ha apprezzato il tratto umano, ben diverso dall’apparente scontrosità, il rigore metodologico nell’approccio alle tematiche, una non comune cultura non solo giuridica, ma più in generale nelle scienze sociali, ma, soprattutto, un’attenzione smodata per i giovani studiosi. Era sempre pronto ad accogliere le tesi dei “costituzionalisti in erba”, tanto quanto era inflessibile quando si imbatteva in errori di metodo o, peggio, quando essi si piegavano, per fede e non per ragione, alle tesi dominanti così come sostenute da taluni giuristi.

Diceva spesso che bisogna aver rispetto assoluto della lezione dei Maestri, ma la crescita delle scienze passava dalla critica consapevole, metodologicamente ineccepibile, delle tesi sostenute: diversamente il diritto pubblico si sarebbe cristallizzato e non sarebbe minimamente evoluto, quasi come se fosse una lingua morta.

Jörg molto spesso andava “in direzione ostinata e contraria”, ma non per il gusto di rappresentare una piccola radicale minoranza, ma per sollecitare gli interlocutori spesso spiazzati, a prendere in considerazione altri e diversi punti di vista; era e resta un eretico del diritto pubblico, cosa che gli avrebbe fatto molto piacere sentirsi dire.

Nel Convegno dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti tenutosi qualche anno fa ad Alessandria egli salutò – sorprendendoli – tutte le Colleghe e i Colleghi presenti prendendo a prestito le indimenticabili parole di Papa Roncalli (“Tornando a casa, fate una carezza ai vostri bambini…”) che per ognuno di noi sarebbe una citazione ovvia e persino scontata, in bocca a un integerrimo professore di diritto di origine tedesca di religione protestante ha assunto un significato, almeno per me, molto diverso!

Saverio Regasto

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