Nella prima parte del saggio si riflette sulla legittimazione meta-positiva del pubblico potere (sulla Costituzione come “idea”). Razionalismo, irrazionalismo e avalutativismo sono accomunati da un incerto statuto epistemologico. Pertanto oggi è necessario riflettere sulla Costituzione come idea a partire da una concezione scettica (che rifiuti ogni costituzionalismo “metafisico”, ma rimanga ciò nondimeno aperta agli interrogativi sulla “giusta costituzione”). Nella seconda parte si riflette, invece, sulla Costituzione come “realtà storica”. Si individuano come “invarianti” della storia delle costituzioni i principi di soggezione al potere pubblico (distinzione tra governanti e governati) e di divisione del lavoro. Si accede alla tesi per la quale di democrazia, in senso compiuto, è possibile discutere soltanto a partire dal Novecento. Si ripropone quindi, con riferimento al contesto contemporaneo, la classica tripartizione delle forme di Stato (monarchia, aristocrazia, democrazia) nei termini “autocrazia, plutocrazia, democrazia”, svolgendo brevissime considerazioni al riguardo.
In the first half of the essay we focus on the meta-positive legittimacy of public power (on the Constitution as “idea”). Rationalism, irrationalism and avalutativism are caracterized by an uncertain epistemological statute. Becouse of this, today it we should study the Constitution as idea from a skeptical perspective (refuting every metaphisic “constitutionalism” and remaining however open to interrogatives on the “right constitution”). Instead, in the second half, we analyze the Constitution as “historical reality”. We find as “invariants” of the history of constitutions the principles of subjection to the public authority (distinction between who governs and who is governed) and of division of labour. We retain it is correct the thesis for which we can discuss of democracy, in a proper sense, only since the XX century; so we propose, with regard to the contemporary era, the classic tripartition of forms of government (monarchy, aristocracy, democracy) in the terms “autocracy, plutocracy, democracy” (with very brief considerations on them).