La giurisprudenza della Corte di Strasburgo ha riaperto il dibattito sulle garanzie che devono essere rispettate nel procedimento antitrust e sulla pienezza del sindacato giurisdizionale, affidato al giudice amministrativo. La disciplina legislativa, la prassi europea e la giurisprudenza hanno ampliato la discrezionalità della Commissione e delle Autorità nazionali: la sanzione può recedere dinanzi all’esigenza pragmatica di garantire il funzionamento del mercato concorrenziale attraverso l’accettazione degli impegni dell’impresa. Ciò segna una distanza dal regime sanzionatorio penale. Ora, però, la Corte EDU individua nelle sanzioni antitrust chiari elementi di afflittività, e richiede il controllo giurisdizionale pieno da parte del giudice nazionale. Innovazioni sono necessarie anche nel procedimento che si svolge innanzi all’Autorità, soprattutto in tema di contraddittorio, per rispondere alla spinta evolutiva, di segno garantistico, della Corte di Strasburgo.
The jurisprudence of the Court of Strasbourg has reopened the debate on the guarantees that must be respected in the antitrust proceedings and on the adequacy of the judicial review, entrusted to the administrative judge. Legislative legislation, European practice and jurisprudence have widened the discretion of the Commission and of the national Competition Authorities, so that the sanctions may not be applied when the undertakings’ commitments are deemed effective to guarantee the functioning of the competitive market. Antitrust sanctions appear to be very distant from the penal sanction regime. Now, however, the European Court of Human Rights considers antitrust sanctions as essentially punitive, and demands that the judicial review be full. Innovations are also necessary in the proceedings that take place before the Authority, consistent with the level of guarantee requested by the Court of Strasbourg.