Sulla concessione della cittadinanza e la prova della residenza (T.A.R. Lazio, sez. V bis, sent. 18 settembre 2023, n. 13815)

Ai fini della concessione della cittadinanza non rileva il tempo trascorso dallo straniero sul territorio
nazionale in posizione di mera residenza abituale, ma soltanto quello in posizione di legalità, in
quanto indicativo della piena integrazione nel tessuto nazionale da parte dell’aspirante cittadino
essendo il presupposto della residenza legale accertato in conformità alla disciplina interna in
materia di anagrafe, l’interessato non può provare la residenza attraverso prove diverse dalla
certificazione anagrafica, ricorrendo a indizi di carattere presuntivo o elementi sintomatici indiretti,
dovendosi peraltro considerare il requisito temporale persistente e non meramente acquisito medio
tempore.

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