La Cassazione sulla garanzia della privacy in albo pretorio on line (Cass. Civ., Sez. II, ord. 17 dicembre 2019- 2 settembre 2020, n. 18292)

Il Garante della privacy sanziona il Comune che diffonde i dati personali di una dipendente, conservandoli per oltre 15 giorni nell’albo pretorio on line. Difatti, il superamento dei 15 giorni di conservazione implica uno sforamento del tempo massimo indicato dal Testo unico degli enti locali per la pubblicazione delle delibere comunali. Nel caso specifico, sul sito web, oltre al nome e al cognome della dipendente c’era l’indicazione di un contenzioso con il comune nonchè la notizia che la donna viveva sola e che aveva chiesto una rateizzazione, non accettata, di quanto dovuto. L’ordinanza rammenta che il Decreto Legislativo n. 150 del 2009, articolo 11 fonda la prevalenza del principio della trasparenza sul principio della privacy, imponendo l’accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e gli andamenti gestionali dell’ente, ma che al contempo non possono conservarsi notizie relative alla vita privata dei dipendenti per oltre 15 giorni nei limiti del disposto 124 TUEL, notizie che esulano dalla organizzazione amministrativa.

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