Con la sentenza in epigrafe, a tutela delle posizioni giuridiche dei privati, i giudici danno un’indicazione sui margini entro cui l’amministrazione può e deve riesercitare il potere a seguito di un giudicato di annullamento. Infatti, quest’ultimo preclude, in sede di riedizione del potere, una nuova valutazione di fatti e di profili già delibati, con efficacia di giudicato, nel precedente giudizio di cognizione. Pertanto, va svolta un’operazione logico-ricostruttiva che prende le mosse dall’esame e dalla interpretazione della motivazione della sentenza, la quale consente di individuare il perimetro dell’effetto conformativo ed il residuo spazio del potere esercitabile dalla pubblica amministrazione.
Post correlati
Secondo la Cassazione un “ambiente lavorativo stressogeno” viola il diritto fondamentale della persona del lavoratore (Cassazione Civile, sent. 7 giugno 2024, n. 15957)
27 Giugno 2024
Secondo la Cassazione la questione della risarcibilità o meno della lesione di un diritto fondamentale non può essere sindacata sotto il profilo dell’omesso esame (Cassazione Civile, sent. 7 giugno 2024, n. 16002)
27 Giugno 2024
Il Consiglio di Stato considera conforme ai dettami costituzionali il criterio discretivo da utilizzare per individuare i soggetti assoggettati alle competenze dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Consiglio di Stato, Sez. VI, sentenza 14 giugno 2024, n. 5365)
27 Giugno 2024
Il TAR Umbria si pronuncia sulla disciplina in materia di emersione dal lavoro irregolare (Tar Umbria, Perugia, sez. I, 14 giugno 2024, n. 471)
27 Giugno 2024
La Corte EDU sui presupposti per la continuazione della custodia cautelare (CEDU sez. V, sent. 13 giugno 2024, ric. n. 44570/19)
27 Giugno 2024