La Suprema Corte di Cassazione afferma che il bilanciamento tra la libertà di espressione e il diritto alla riservatezza della persona, in tutti quei casi che hanno ad oggetto questioni politiche e di pubblico interesse, vada attuato con pesi e misure profondamente differenti dall’ordinario, in quanto in vicende di rilevanza politica prevale sempre l’interesse a tenere alto il livello di dibattito politico, anche laddove vi siano specularmente diritti individuali da tutelare. Infatti la Corte ritiene che la notizia, in contesti di dibattito politico, possiede naturalmente un carattere suggestivo, allusivo e si rivela più invasiva della sfera privata dei soggetti di quanto lo sia invece una notizia resa in diversi ambiti di critica giornalistica. Tanto basta per giustificare un diverso modo di bilanciare espressione e riservatezza, incomprimibili libertà costituzionali, precisando peraltro che e che inoltre il dibattito politico è la forma più ampia forma della libertà di espressione il cui esercizio misura il tasso di democraticità la critica, ed ancor più quella politica, quale espressione di opinione meramente soggettiva, anche ove non sfoci nella satira, ha per sua natura carattere congetturale e, pertanto, non può, per definizione, pretendersi rigorosamente obiettiva ed asettica raggiunto in un Paese.
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