La CEDU sul diritto al rispetto della casa (CEDU, sez. III, sent. 15 dicembre 2020, ric. n. 29775/14 – 29967/14)

La CEDU si è pronunciata sul diritto al rispetto della vita privata e familiare. I ricorrenti – due famiglie vissute per molti anni in alloggi vincolati in una città chiusa, perché militari -, che per lo Stato non avevano più diritto di abitare in quegli alloggi dal momento della loro pensione, si sono lamentati del fatto che gli ordini di sfratto ricevuti avevano violato il diritto al rispetto della loro casa. Essi hanno sostenuto che le autorità non avessero rispettato il loro obbligo di reinserirli e quindi non avevano il diritto di chiedere lo sfratto dai loro vecchi appartamenti. Il governo ha sostenuto che i ricorrenti non erano stati de facto sfrattati dalle loro vecchie abitazioni poiché gli ordini di sfratto non erano mai stati resi esecutivi. La Corte ha ritenuto che gli ordini di sfratto costituissero un’interferenza con il diritto dei ricorrenti al rispetto della loro casa, nonostante il fatto che ancora non erano stati resi esecutivi. Il punto cruciale dell’argomentazione dei ricorrenti dinanzi ai tribunali nazionali era quello che, nella loro situazione, nonostante avessero ricevuto certificati di proprietà in relazione ai nuovi appartamenti, questi ultimi erano stati considerati inadatti all’uso abitativo, non potendo dunque lasciare le loro vecchie case. La Corte ha osservato che nei procedimenti di sfratto i tribunali nazionali non hanno soppesato gli interessi del comune con il diritto dei ricorrenti al rispetto della loro casa. Una volta che i tribunali nazionali hanno stabilito che i ricorrenti avevano l’obbligo di onorare l’accordo di cessione dei crediti stipulato con il comune e di liberare i loro vecchi appartamenti, hanno dato a quell’aspetto massima importanza senza cercare di soppesarlo con gli argomenti dei ricorrenti. In tali circostanze, la Corte ritiene che i tribunali nazionali non siano riusciti a determinare la proporzionalità dell’interferenza con il diritto dei ricorrenti al rispetto della loro casa. Dunque, a causa della carenza del processo decisionale c’è stata una violazione dell’art. 8 Conv.

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