La CEDU sulla libertà di riunione (CEDU, sez. III, sent. 6 ottobre 2020, ric. n. 41462/17)

La Corte EDU si è pronunciata sulla libertà di riunione. La ricorrente, che ha preso parte ad una manifestazione a Valladolid contro i tagli al bilancio e agli alti tassi di disoccupazione, ha sostenuto che le autorità hanno interferito con il suo diritto alla libertà di riunione pacifica (sancito dall’art. 11 Conv.). Questo perchè la polizia ha interrotto il raduno ed ha arrestato alcuni dei manifestanti usando una forza sproporzionata contro di lei e contro gli altri partecipanti. La ricorrente ha inoltre affermato che nessuno tra i manifestanti ha avuto atteggiamenti violenti. Il governo spagnolo ha invece sostenuto che l’interferenza con il diritto alla libertà di riunione è stata necessaria – in quanto i manifestanti hanno ostacolato il movimento del traffico, disturbato l’ordine pubblico e causato una situazione pericolosa all’ingresso di un ristorante – ed a è stata adeguata e necessaria in una società democratica. La Corte ha osservato che, nel caso di specie, le autorità hanno disperso la riunione nonostante fosse pacifica. Inoltre sembra che il disturbo causato dai manifestanti non abbia superato il livello di disturbo che segue normalmente all’esercizio del diritto di riunione pacifica in luogo pubblico. La Corte ha evidenziato inoltre che secondo il giudice penale i manifestanti sono stati repressi violentemente nonostante il loro innocuo comportamento. Per questo motivo il metodo utilizzato dalla polizia per disperdere la manifestazione non è stato proporzionato. In riferimento alla ricorrente la Corte ha concluso che, non avendo questa commesso alcun atto riprovevole durante la manifestazione, c’è stata un’ingerenza sproporzionata nei confronti del suo diritto. In particolare la polizia con la sua azione repressoria, le ha impedito di continuare a partecipare alla riunione. Di conseguenza, vi è stata violazione dell’art. 11 Conv.

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