La CEDU su rom e obblighi dello Stato (CEDU, sez. II, sent. 10 marzo 2020, ric. nn. 24816/14 e 25140/14)

La Corte Edu si pronuncia sul caso di diversi cittadini sloveni di origine rom, che avevano lamentato una presunta mancanza di accesso all’acqua potabile ed ai servizi igienico-sanitari, tenendo conto del loro stile di vita e dello status di minoranza. La Corte ha preso atto delle misure adottate, in generale, dalle autorità interne per migliorare le condizioni di vita precaria delle comunità rom in Slovenia: i ricorrenti beneficiavano di prestazioni sociali e non vivevano in uno stato di povertà estrema. La Corte ha ribadito che i ricorrenti – che erano rimasti nei rispettivi insediamenti per scelta – avrebbero potuto utilizzare i benefici sociali anche per migliorare le loro condizioni di vita. In ogni caso, le autorità slovene avevano anche assunto provvedimenti specifici in relazione al problema dell’accesso all’acqua potabile. I Giudici di Strasburgo hanno, così, ritenuto le misure adottate dallo Stato per garantire l’accesso dei ricorrenti al consumo sicuro di acqua ed ai servizi igienico-sanitari idonee rispetto alla loro condizione di vulnerabilità, soddisfacendo, in definitiva, i requisiti di cui all’art. 8 Cedu.

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