La Corte EDU sull’arresto arbitrario e illegale (CEDU V sez., sent. 23 maggio 2024, ric. n. 52855/19)

Nel caso deciso dalla Corte EDU, il ricorrente ha lamentato la presunta violazione degli articoli 5
§§ 1 e 5 della Convenzione, per essere stato tratto in arresto, all’esito di una perquisizione, senza
previo mandato. Preliminarmente, la Corte ha osservato che affinché la privazione della libertà
personale possa ritenersi esente da arbitrarietà, non è sufficiente che tale misura sia eseguita
conformemente alla legge nazionale, ma deve anche essere “necessaria” date le circostanze. Più in
particolare, la Corte ha constatato che né il rapporto di arresto né il rapporto di perquisizione
contenevano informazioni circa le circostanze concrete relative al tipo di reato commesso dal
ricorrente prima del suo arresto così come non riferivano gli elementi chiaramente predittivi
l’avvenuta commissione del reato. Stando così le cose, e non sussistendo nessuna delle eccezioni
previste dalla legge per effettuare l’arresto, la Corte EDU ha dichiarato la violazione dell’articolo 5 §
1 della Convenzione e, per conseguenza, anche del § 5 per il mancato riconoscimento di un equo
risarcimento.

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