La Corte Edu si pronuncia sul caso riguardante il provvedimento di confisca adottato dalle autorità italiane per il recupero di un oggetto del proprio patrimonio culturale, il “Giovane Vittorioso”, una statua in bronzo risalente al periodo greco classico (300-100 a.C.), attribuita a Lisippo. La statua, illegalmente acquistata dal J. Paul Getty Trust, è attualmente ospitata presso il Getty Villa Museum di Malibù, in California. Le autorità italiane hanno agito allo scopo di recuperare una parte del patrimonio culturale trafugato illegalmente. I Giudici di Strasburgo hanno ribadito che la tutela del patrimonio culturale e artistico di un Paese rientra tra gli scopi legittimi ai sensi della Convenzione, ricordando, altresì, che esiste un forte consenso nel diritto internazionale ed europeo sulla necessità di proteggere i beni culturali dall’esportazione illegale e di restituirli al paese di origine (tra gli strumenti internazionali in questa direzione si menzionano: la Convenzione UNESCO del 1970; la Convenzione UNIDROIT del 1995; la Direttiva 2014/60/UE ed il regolamento 116/2009/CE). Secondo la Corte Edu il Getty Trust ha agito con negligenza o malafede nell’acquistare la statua pur essendo a conoscenza delle pretese e degli sforzi dello Stato italiano per recuperarla; le autorità italiane, dal canto loro, hanno ragionevolmente dimostrato che la statua faceva parte del proprio patrimonio culturale ed apparteneva legalmente allo Stato italiano al momento dell’emissione dell’ordine di confisca; le conclusioni dei tribunali nazionali, infine, non sono sembrate né manifestamente errate, né arbitrarie. Di qui la conclusione per cui il provvedimento di confisca era stato proporzionato allo scopo di garantire la restituzione di un oggetto che faceva parte del patrimonio culturale italiano, con conseguente esclusione della violazione dell’art. 1 del Protocollo n. 1 (protezione della proprietà) della Cedu.
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