Individuazione dell’affidatario del minore e conflittualità con il genitore collaboratore di giustizia (Cass. Civ., Sez. I, ord. 21 agosto 2023, n. 24972)

In materia di affidamento di minori, il giudice deve attenersi al criterio fondamentale rappresentato
dall’esclusivo interesse morale e materiale della prole, privilegiando quel genitore che appaia il più
idoneo a ridurre al massimo il pregiudizio derivante dalla disgregazione del nucleo familiare e ad
assicurare il migliore sviluppo della personalità del minore. L’individuazione di tale genitore deve
essere fatta sulla base di un giudizio prognostico circa la capacità del padre o della madre di crescere
ed educare il figlio, che potrà fondarsi sulle modalità con cui il medesimo ha svolto in passato il
proprio ruolo, con particolare riguardo alla sua capacità di relazione affettiva, di attenzione, di
comprensione, di educazione, di disponibilità ad un assiduo rapporto, nonché sull’apprezzamento
della personalità del genitore delle sue consuetudini di vita e dell’ambiente. Potrebbe dunque
rilevare la scelta del genitore di non avere voluto cambiare vita a seguito della volontà dell’altro
genitore di collaborare con la giustizia, laddove una siffatta scelta paventerebbe per il minore una
crescita in un ambiente inadeguato, quale quello criminale.

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