Con l’ordinanza n. 34573/2021, la Suprema Corte ha accolto il ricorso di un legale che lamentava la decurtazione dei propri compensi al di sotto dei minimi tariffari. In base alla nuova formulazione dell’art. 4 del DM n. 55/2014, la riduzione del 50% costituisce un limite oltre il quale il giudice non ha la possibilità di spingersi nel disporre la diminuzione del compenso. Pertanto la condotta dell’avvocato, seppur ritenuta non conforme alle regole deontologiche, non legittima una riduzione dei compensi oltre il detto limite.
Post correlati
Secondo la Cassazione un “ambiente lavorativo stressogeno” viola il diritto fondamentale della persona del lavoratore (Cassazione Civile, sent. 7 giugno 2024, n. 15957)
27 Giugno 2024
Secondo la Cassazione la questione della risarcibilità o meno della lesione di un diritto fondamentale non può essere sindacata sotto il profilo dell’omesso esame (Cassazione Civile, sent. 7 giugno 2024, n. 16002)
27 Giugno 2024
Il Consiglio di Stato considera conforme ai dettami costituzionali il criterio discretivo da utilizzare per individuare i soggetti assoggettati alle competenze dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Consiglio di Stato, Sez. VI, sentenza 14 giugno 2024, n. 5365)
27 Giugno 2024
Il TAR Umbria si pronuncia sulla disciplina in materia di emersione dal lavoro irregolare (Tar Umbria, Perugia, sez. I, 14 giugno 2024, n. 471)
27 Giugno 2024
La Corte EDU sui presupposti per la continuazione della custodia cautelare (CEDU sez. V, sent. 13 giugno 2024, ric. n. 44570/19)
27 Giugno 2024