Il contributo esamina l’approccio regolativo noto come nudging e valuta criticamente la sua qua-lificazione quale strumento di cosiddetto «paternalismo libertario». Premesso che qualsiasi in-tento paternalista è inconciliabile con la garanzia costituzionale del libero sviluppo della persona umana, la circostanza che il nudging miri a influenzare il comportamento dei destinatari nella direzione che il regolatore pretende essere per essi preferibile senza vietare loro alcuna scelta e senza ricorrere a significativi incentivi economici, invero, non vale a conferire ai nudge alcuna patente di inoffensività costituzionale. Il nudging interferisce con l’autonoma formazione della volontà individuale attraverso la correzione o la percezione dei deficit cognitivi o di giudizio dell’individuo. Siffatta interferenza su una componente essenziale di ogni libertà garantita è par-ticolarmente insidiosa proprio per la sua caratteristica impercettibilità. Pertanto, il nudging è sog-getto ai medesimi requisiti costituzionali che valgono per il diritto imperativo e per gli strumenti di regolazione indiretta. Peraltro, come evidenziato anche dalla giurisprudenza costituzionale, certe misure qualificabili come nudging, ad esempio le campagne informative per le vaccinazioni raccomandate, sono utili o perfino indispensabili per il perseguimento di taluni interessi costitu-zionali. Il contributo si sofferma brevemente anche sui doveri statali di protezione delle libertà costituzionali sollecitati dal nudging utilizzato da organizzazioni private e, in particolare, dal co-siddetto «dark digital nudging», forma particolarmente aggressiva di nudging privato, realizzato tramite interfacce —note come «Dark patterns» («modelli oscuri») — che mirano a confondere gli utenti di internet per spingerli a rivelare loro dati personali o a compiere acquisti.
The paper examines the regulatory approach known as nudging and its impact of State nudging on constitutional freedoms. First it points out that the concept of «libertarian paternalism» is inconsistent with the constitutional right to free development of personality. In addition, it argues that the fact that a nudge does not forbid any options or does not significantly change people economic incentives is not a crucial argument to affirm that it never violates freedom. Actually, the purpose to alter people’s behavior in a subtle, imperceptible way is one of the most dangerous risks for freedom. Therefore, nudging has to comply with the Constitution as well as legal orders and tools of indirect economic pressure. As the Italian Constitutional court stated, nudging is nevertheless a very useful way or in some circumstances a necessary tool to pursue constitutional interests, such as in the case of information campaigns on recommended vaccinations. The paper also focuses on the State duty to protect freedom from private nudging and especially from the so called «dark digital nudging», a very aggressive form of influence on people’s behavior that relies on the so called «Dark Patterns» with the purpose to push users to reveal personal data or make purchases.