La CEDU su riduzione della pena quale risarcimento per degradanti condizioni di detenzione (CEDU, sez. IV, sent. 28 maggio 2020, ric. nn. 14224/15 e 50977/15)

La Corte Edu si pronuncia sul caso di due cittadini rumeni, i quali lamentavano di essere stati detenuti nelle carceri nazionali in condizioni insoddisfacenti.
La Corte ha osservato che ad entrambi i ricorrenti era stata concessa, ai sensi della legge rumena n. 169/2017, una riduzione della pena detentiva quale risarcimento per le cattive condizioni di detenzione. Di conseguenza entrambi avevano beneficiato del rilascio anticipato.

I Giudici di Strasburgo hanno ritenuto, in particolare, che l’applicazione di tale legge dimostrasse, in sostanza, il riconoscimento da parte delle autorità rumene di una violazione dell’articolo 3 della Convenzione.
La Corte ha, inoltre, riconosciuto come adeguato ed appropriato il meccanismo di compensazione implementato, consistente, appunto, in una riduzione della condanna.

Pertanto, i due ricorrenti non potevano più lamentare di essere vittime di una violazione dell’articolo 3 Cedu. Di qui la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi.

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