Questo saggio esamina il paradigma di tutela dei diritti delle persone disabili elaborato dalla Corte costituzionale nel corso degli ultimi decenni, prestando particolare attenzione alle pronunce più recenti, ponendolo a confronto con quello tratteggiato dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, così come interpretata dal Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità. Al fine di proporre spunti ulteriori rispetto alla ormai consolidata trattazione dottrinale sul tema dei diritti delle persone disabili nella giurisprudenza costituzionale italiana, il saggio cerca di evidenziare come l’uso che la Corte ha fatto del principio personalistico e del principio di eguaglianza, quali perni del proprio ragionamento giuridico, sia raffrontabile con la recente elaborazione, da parte del Comitato ONU, dello “human rights model of disability”. Inoltre, questo breve saggio si propone di argomentare come il concetto di eguaglianza sostanziale di cui all’articolo 3 c. 2 della Costituzione si sovrapponga, nella lettura che la Corte ne dà, all’idea di “eguaglianza inclusiva” che il Comitato ONU ha elaborato. In ultimo, questo scritto sostiene che il fatto che il paradigma di tutela che la Corte ha trattegiato si avvicini a quello previsto a livello internazionale, si coniuga con una certa riluttanza della Consulta a riconoscere il valore innovativo della CDPD.
This essay examines the standard of protection of the rights of people with disabilities developed by the Constitutional Court over the past decades, paying particular attention to the most recent decisions, comparing it with that outlined by the UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD), as interpreted by the UN Committee on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD Committee). In order to advance the scholarly debate on the rights of persons with disabilities in the Italian constitutional jurisprudence, the essay focuses on the reasoning of the Court and compares it with the “human rights model of disability” elaborated by the CRPD Committee. Furthermore, this short essay argues that the concept of substantive equality referred to in Article 3 para. 2 of the Italian Constitution, as interpreted by the Constitutional Court, is quite similar to that of “inclusive equality” that the UN Committee has elaborated. Finally, this essay contends that the fact that the Italian constitutional jurisprudence offers a paradigm of protection similar to that afforded at the international level can be contrasted with the reluctance of the Court to recognize the innovative value of the CRPD.