Le azioni in tema di politica anticorruzione della Regione Lombardia e della Regione Puglia

Il lavoro indaga il tema dell’anticorruzione alla luce della distribuzione delle competenze tra i diversi livelli di governo, come risultante dalla riforma del Titolo V della Costituzione, evidenziando le difficoltà di concepirlo come un oggetto definito, circoscritto, individuabile separatamente dalle altre materie di cui all’art. 117 Cost., dagli altri principi, dagli altri diritti. Piuttosto, esso si presenta come sintesi di una pluralità di interessi di rilievo costituzionale, connessi e quindi inscindibili, sì da non poter giustificare una competenza escludente, né per l’uno né per l’altro livello di governo.
Il terreno dell’anticorruzione dimostra ancora una volta che le società moderne non possono essere governate attraverso la tecnica dell’enumerazione di materie, portatrici di argini, confini, se vogliamo dinamici – grazie al lavorio della giurisprudenza costituzionale – ma pur sempre fondanti il loro carattere saliente: le materie sono divisive.
Sullo sfondo di tale scenario vengono analizzate le iniziative della Regione Lombardia e Puglia, cui va riconosciuto il ruolo di coautori nel completamento di una politica di contrasto alla corruzione, declinata sul differente livello di governo che appartiene loro, che muove in una visione coerentemente unitaria verso la difesa delle istanze di eguaglianza e di pari opportunità nella partecipazione alla vita economica e sociale di una comunità – aggredite dalla maladministration – dando piena attuazione alle «esigenze dell’autonomia e del decentramento» (art. 5 Cost.).

The work investigates the theme of anti-corruption in the light of the distribution of competences between the different levels of government, as resulting from the reform of Title V of the Constitution, highlighting the difficulties of conceiving it as a defined, circumscribed object, identifiable separately from the other subjects of which art. 117 of the Constitution, from other principles, from other rights. Rather, it shows up as a synthesis of a plurality of constitutional interests, connected and therefore inseparable, so that it can’t justify an exclusionary competence, for any level of government.
The terrain of anti-corruption shows once again that modern societies cannot be governed through the technique of enumerating matters, embankments, borders, if we want to be dynamic – thanks to the work of constitutional jurisprudence – but still funding their character salient: matters are divisive.
Against the background of this scenario, the initiatives of the Lombardy and Puglia Region are analyzed, which should be recognized as the role of coauthors in completing a policy to combat corruption, declined on the different level of government that belongs to them, that moves in a coherent vision unitary towards the defence of the instances of equality and equal opportunities in participation in the economic and social life of a community – attacked by the maladministration – fully implementing the “needs of autonomy and decentralization” (art. 5 Constitutio)