La CEDU sulla libertà di espressione (CEDU, sez. II, sent. 11 febbraio 2020, ric. n. 69270/12)

a Corte EDU si è pronunciata sulla libertà di espressione. E’ il caso del Sig. Ozer che all’epoca dei fatti era proprietario di un giornale. Il pm lo accusò, sulla base del contenuto di un articolo pubblicato nel 2007, perché considerato a capo della propaganda dell’organizzazione terroristica PKK. Per l’accusa il richiedente andò oltre lo scopo di informare la società.
Il Sig. Ozer sostenne che il procedimento penale avviato contro di lui, costituiva una violazione del suo diritto alla libertà di espressione come previsto dall’articolo 10 della Convenzione. La Corte ha notato che l’accusa aveva considerato che alcuni passaggi dell’articolo contestato superavano i limiti della finalità di informare la società ed avrebbero potuto svolgere propaganda a favore dell’organizzazione terroristica. Pertanto, secondo l’accusa l’articolo non corrispondeva ad un esercizio della libertà di espressione ai sensi dell’art. 10, ma, contrariamente, risultava essere un abuso di tale diritto. La Corte ha, però, notato che le autorità nazionali non avevano fornito motivi soddisfacenti o motivi pertinenti e sufficienti a giustificare la condanna penale del richiedente. Oltre a ciò, il governo non aveva dimostrato che il suo intervento rispondesse ad un urgente bisogno sociale, che fosse proporzionato agli obiettivi legittimi perseguiti, o che fosse necessario in una società democratica. Per tali motivi la Corte ha ritenuto che c’è stata una violazione dell’articolo 10 della Convenzione.

Redazione Autore