La Corte EDU si è pronunciata sulla libertà di espressione sancita dall’art. 10 Conv. I richiedenti, della soc. Mediapart, hanno dichiarato che l’ordine ricevuto dal tribunale di ritirare dal loro sito web le registrazioni di alcuni fatti illeciti avvenuti in casa di Bettencourt del gruppo L’Oréal, ha violato il loro diritto alla libertà di espressione. Il governo francese ha ritenuto che l’interferenza con il loro diritto è stata causata dalla violazione della privacy delle persone intercettate. La Corte ha rilevato che l’interferenza ha perseguito lo scopo legittimo di proteggere la reputazione ed i diritti di terze persone. Sul punto è stato osservato che le pubblicazioni contestate provenivano da registrazioni effettuate, per oltre un anno, ad insaputa dei soggetti registrati. La Corte ha ricordato che deve essere garantito un necessario equilibrio tra il diritto al rispetto della vita privata ed il diritto alla libertà di espressione. Ha ricordato inoltre che la tutela dell’art. 10 Conv. per i giornalisti è subordinata alla condizione che agiscano in buona fede al fine di fornire informazioni accurate e meritevoli di credito in relazione ai principi del “giornalismo responsabile”. Proprio il co. 2 dell’art. 10 afferma che l’esercizio di questa libertà comporta doveri e responsabilità e ciò naturalemte vale anche per la stampa. Per la Corte le ragioni dei tribunali nazionali sono state sufficienti e pertinenti nel dimostrare che l’interferenza risultasse essere necessaria in una società democratica. Pertanto non è stata riscontrata alcuna violazione dell’art. 10 Conv.
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