L’interruzione volontaria di gravidanza tra esercizio della funzione pubblica sanitaria e libertà di autodeterminazione. Alcune osservazioni sui concorsi “riservati” a medici non obiettori.

Il presente lavoro ambisce a esaminare la disciplina italiana in materia di aborto (legge 194 del 1978) e in particolare i profili procedurali dell’obiezione di coscienza del personale sanitario e i connessi aspetti di ordine organizzativo, in un quadro generale caratterizzato da percentuali molto elevate di medici obiettori. Questa situazione di fatto ha generato una contrapposizione tra due manifestazioni della stessa capacità di autodeterminazione: da un lato, quella di chi intende avvalersi del diritto a interrompere la gravidanza all’interno di una struttura sanitaria pubblica nei modi consentiti dalla legge, dall’altro, quella di chi si rifiuta di agire in contrasto con un proprio convincimento morale che vieta di tenere il comportamento prescritto.  In questo contesto è maturata progressivamente la tendenza all’emanazione di bandi di concorso contenenti clausole direttamente o indirettamente volte a limitare la partecipazione ai soli sanitari non obiettori, con lo scopo di potenziare l’organico idoneo a operare in reparti in cui si pratica l’interruzione di gravidanza.


The paper aims to analyze the Italian law on abortion (Law 194 of 1978). In particular, this research work will focus on procedural issues of the conscientious objection and the related organizational aspects, in a general framework characterized by very high percentages of objecting doctors.  This existing state of affairs has generated a contrast between doctors’ freedom of conscientious objection and women’s right to public health services. Within this problematic context, an alternative solution has nonetheless been developed: the issuing of notices concerning the correct application of Law 194 of 1978, with the aim of increasing medical personnel including doctors ready to work  in departments in which the termination of pregnancy is practised.