La libertà di circolazione e soggiorno come “pietra angolare” della cittadinanza europea: il problema dei cittadini economicamente inattivi

Indissolubilmente legata alla libertà di circolazione delle persone, la cittadinanza europea fu inizialmente pensata per soddisfare le esigenze dei lavoratori comunitari, ossia dei soggetti economicamente attivi, di coloro i quali erano cioè in grado di partecipare attivamente al mercato comune attraverso l’esercizio di un’attività economica. Solo gradualmente nel tempo, e grazie alla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, si è ampliata la platea dei beneficiari del diritto alla libera circolazione fino ad arrivare alla formalizzazione della cittadinanza europea, istituita con il Trattato di Maastricht, che ha riconosciuto il diritto di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membri a tutti i cittadini dell’Unione Europea. Negli ultimi anni si è però assistito ad una nuova giurisprudenza della Corte di Giustizia – a cui ha fatto il verso un progressivo irrigidimento della legislazione europea – che sembra ora dare preferenza alla salvaguardia dei sistemi di welfare nazionali rispetto alla libertà di circolazione e soggiorno dei cittadini “economicamente inattivi”.

The concept of European citizenship is essentially linked to the freedom of movement in the territory of the Member States, and it was initially designed to meet the needs of EU workers (i.e., of those subjects who were able to participate in the common market through the exercise of an economic activity). Over the years, and thanks to the jurisprudence of the Court of Justice of the European Union (CJEU), the number of beneficiaries of the right to free movement has expanded up to the formalization of European citizenship, established by the Maastricht Treaty, that recognized the right of every citizen of the Union to move and reside freely within the territory of the Member States. But in recent years, there has been a new jurisprudence of the Court of Justice (followed by a gradual tightening of European legislation), which now seems to prefer the protection of the national welfare systems over the freedom of movement and residence of those citizens who are “economically inactive”.