La Corte Edu si pronuncia sul caso di un cittadino turco, all’epoca dei fatti vicesindaco di un distretto municipale e membro del partito politico DEHAP, condannato per aver organizzato una manifestazione, a parere del Governo, illegale. Contro la sentenza di condanna, il ricorrente ha sollevato ricorso, e innanzi ai Giudici si Strasburgo ha lamentato la violazione degli articoli 10 e 11 della Convenzione. La Corte, chiamata a verificare se tale sentenza di condanna costituisse un’ingerenza “necessaria in una società democratica”, ha osservato che la manifestazione era stata organizzata dopo il trasferimento delle schede elettorali al consiglio elettorale per il riesame dei risultati che decretavano la vittoria del DEHAP nel suddetto distretto. E, dunque, per un interesse legittimo del ricorrente, in quanto membro di quel partito politico. Per i Giudici di Strasburgo, inoltre, la breve durata del sit-in ed il suo svolgimento pacifico non giustificano la pena inflitta al ricorrente, e l’ingerenza da parte delle autorità pubbliche nell’esercizio del diritto di libertà di riunione non è apparsa necessaria né rispondente ad un “urgente bisogno sociale” con conseguente violazione dell’articolo 11 della Convenzione.
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