La Corte Edu si pronuncia sul caso di un cittadino polacco, il quale ha lamentato la violazione dell’articolo 2 della Convenzione per l’inadeguatezza delle cure di primo soccorso ricevute dopo un grave incidente automobilistico che lo ha lasciato tetraplegico, e per la mancanza di un’indagine efficace ed approfondita per presunta negligenza medica. La Corte, chiamata a verificare se lo Stato convenuto avesse efficacemente protetto la vita del ricorrente, ha ritenuto che il soccorso medico e le prime cure prestate – per quanto carenti – non avessero messo in pericolo la vita dello stesso. Alla luce di siffatte considerazioni, i Giudici di Strasburgo hanno ricordato che gli obblighi positivi sostanziali dello Stato si limitano alla predisposizione di un quadro normativo adeguato che imponga ai servizi di emergenza e agli ospedali, siano essi privati o pubblici, di adottare misure appropriate alla protezione della vita dei pazienti. Sotto tale profilo il quadro normativo di riferimento è apparso pertinente e completo e, di conseguenza, non vi è stata violazione dell’articolo 2 della Convenzione nel suo aspetto sostanziale. Diversamente, la Corte ha ravvisato la violazione dell’articolo 2 nel suo aspetto procedurale in quanto i meccanismi dell’ordinamento giuridico interno, considerati nel loro complesso, non hanno assicurato una risposta efficace e tempestiva da parte delle autorità coerente con gli obblighi dello Stato derivanti dalla suddetta norma convenzionale.
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