La CEDU sulla necessità di relazioni formalmente riconosciute per le coppie omosessuali (CEDU, sez. III, sent. 13 luglio 2021, ric. n. 40792/10 et aa.)

La Corte Edu si è pronunciata sul caso di tre coppie omosessuali che a fronte del rifiuto di trascrizione dell’atto di matrimonio, hanno lamentato l’impossibilità di vedere riconosciuta formalmente e legalmente la propria unione in Russia. I Giudici di Strasburgo hanno ritenuto sussistere in capo allo Stato l’obbligo di garantire il rispetto della vita privata e familiare dei ricorrenti, fornendo un quadro giuridico che consenta loro di vedere
le loro relazioni riconosciute e tutelate dal diritto interno. L’assenza di previsione di un qualsiasi mezzo possibile affinché le coppie omosessuali vedano ufficialmente riconosciuta la loro relazione crea un conflitto tra la realtà sociale dei ricorrenti e la realtà normativa. La Corte ha respinto l’argomento del governo secondo cui gli interessi della comunità nel suo complesso potrebbero giustificare la mancanza di opportunità per le coppie
omosessuali di formalizzare le loro relazioni. La Corte, dopo aver specificato che resta nella discrezionalità dello Stato convenuto la scelta della forma più appropriata di registrazione delle unioni omosessuali, ha concluso che, nel negare alle coppie dello stesso sesso l’accesso al riconoscimento formale del loro status, le autorità russe sono andate oltre il ‘margine di apprezzamento’ di cui godono gli Stati in tali casi, determinando una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare dei ricorrenti.

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