La CEDU sul caso Arafat: nessuna violazione del diritto all’equo processo (CEDU, sez. V, sent. 1 luglio 2021, ric. n. 82189/17)

La Corte Edu si pronuncia sul ricorso presentato dalla vedova e dalla figlia di Yasser Arafat, invocando la violazione del loro diritto a un equo processo, ai sensi dell’articolo 6 § 1 del Convenzione, in procedimenti penali avviati a seguito della loro denuncia contro ignoti per il presunto omicidio premeditato del noto politico palestinese. Nella sua decisione la Corte ha rilevato l’avvio, da parte del pubblico ministero di Nanterre, di un’indagine giudiziaria per omicidio premeditato meno di un mese dopo la presentazione della denuncia, con nomina di tre giudici istruttori, circostanza che dimostra la diligenza delle autorità nazionali. Inoltre, erano stati svolti molti atti investigativi, sia in Francia che all’estero, e in tutte le
fasi del procedimento le ricorrenti, assistite dai propri avvocati, avevano potuto esercitare effettivamente i diritti e presentare osservazioni sui vari aspetti in discussione. La Corte ha, inoltre, rilevato che il rigetto motivato di alcune richieste delle ricorrenti, dopo attento esame da parte dei giudici interni, non era di per sé idoneo a porre in discussione l’equità del procedimento nel suo complesso. Nulla consentiva di ritenere arbitrarie le conclusioni dei giudici, basate sui fatti dedotti dinanzi a loro, né irragionevole la loro interpretazione delle prove di causa e della legge applicabile. Di qui la conclusione unanime di manifesta infondatezza ed inammissibilità del ricorso.

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