La CEDU sull’indipendenza e sull’imparzialità dei tribunali (CEDU, sez. V, sent. 28 novembre 2019, ric. n. 1230/17)

La Corte EDU si pronuncia sul caso del Sig. Mustafa accusato di aver condotto un gruppo criminale per ottenere benefici finanziari e per traffico tansfrontaliero illecito. Avendo riscontrato che un membro di tale gruppo, all’epoca dei fatti, sia appartenuto alle forze armate, tutti gli accusati furono portati davanti la corte militare. Il Sig. Mustafa ha lamentato che il processo avvenuto dinanzi tale corte non ha soddisfatto i requisiti dell’art. 6 Conv., che prevede il diritto ad un equo processo, che richiama i fondamentali principi di indipendenza ed imparzialità dei tribunali. La Corte, innanzitutto, dichiara che al fine di stabilire se un tribunale possa essere considerato indipendente ai fini dell’art. 6 Conv., è necessario tenere conto del metodo di nomina e del mandato dei suoi membri. Le situazioni in cui un tribunale militare esercita la giurisdizione su un civile per atti contro le forze armate, può sollevare ragionevoli dubbi sull’imparzialità obiettiva di tale tribunale. Un sistema giudiziario in cui è richiesto un tribunale militare per processare una persona non militare può essere percepito facilmente come un annullamento della distanza necessaria tra il tribunale e le parti nei procedimenti penali, anche se ci sono protezioni sufficienti per garantire l’indipendenza di quello stesso tribunale. Già in precedenza la Corte aveva affermato che il fatto che tali tribunali decidano accuse contro civili, può essere giudicato come conforme all’art. 6 della Conv., solo in circostanze eccezionali. In questo caso specifico, rileva che il ricorrente è stato deferito ai tribunali militari in assenza di una valutazione di circostanze individuali diverse dal fatto che solo uno degli accusati fosse un soldato all’epoca dei fatti. E’ per tali motivi che la Corte, riscontrando dubbi sull’indipendenza ed imparzialità dei tribunali militari, ha dichiarato la violazione dell’art. 6 Conv..

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