Referendum consultivi e regionalismo differenziato: verso un regime di semispecialità?

Il contributo è articolato in due parti. Nella prima, dopo una panoramica generale delle pronunce del giudice delle leggi sui referendum consultivi regionali, si prenderà in esame la sentenza n. 118/2015 della Corte che, se da una parte, pare abbia innovato sul punto la giurisprudenza costituzionale, dall’altra, soprattutto in relazione al caso Veneto, pone alcune criticità. Nella seconda parte, invece, anche con riferimento alle pre-intese (specialmente quella tra il Governo della Repubblica e la Regione del Veneto), si cercherà di dimostrare non solo che l’incremento di autonomia richiesto dalla Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto deve scontrarsi con la contingenza politica del momento e con la ridefinizione delle materie di cui all’art. 117, commi 2, 3 e 4 Cost. operata da Palazzo della Consulta, ma anche che le «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» di cui all’art. 116, comma 3, Cost. hanno, almeno fino ad ora, prodotto risultanti deludenti sul piano dei contenuti. Con un «centro debole» e in assenza di un’autonomia positiva che consenta alle Regioni di essere parte dei processi decisionali a livello statale, il rischio è quello di un’autonomia «zoppa» che potrebbe innescare spinte centrifughe soprattutto nelle Regioni del nord.

This contribution is structured in two parts. In the first part, the Constitutional Court ruling n. 118/2015 will be examined after an overview of the decisions of the Constitutional Court judge on regional consultative referendums. On the one hand, the ruling seems to have led to an innovation in constitutional jurisprudence. On the other hand, it raises critical issues with respect to the Venetian case. In the second part, not only will it be demonstrated with reference to the pre-agreements (especially between the Italian Government and the Region of Veneto) that the request of an increased autonomy by Emilia-Romagna, Lombardy and Veneto will have to face the current political situation and the reshaping of the regional competences as in art. 117, paragraphs 2, 3 and 4 Const. put in place by the Constitutional Court. It will also be shown that the “additional special forms and conditions of autonomy” as in art. 116, paragraph 3 Const. led to deceiving results with respect to their content, at least to the present time. Due to a “weak centre” and in lack of a positive autonomy enabling the regions to take part to state-level decisions, we are exposed to the risk of a “lame” autonomy which could trigger centrifugal trends, especially in the Northern regions.