La libertà di espressione in rete fra content moderation dei social network e regolazione dell’Unione Europea

Starting from the premise that digital society and advances in technology determine the need for adaptation, even if only in an interpretative sense, of the legal categories of constitutionalism, the study analyzes the new dimension of the freedom of expression of thought in the “digital environment”.

Through the examination of the different jurisprudential approaches expressed to protect this freedom in Europe and in the United States, the work also examines the role of social platforms, their power of self-regulation and that of content moderation, which will highlight the need for regulation of the phenomenon that balances the needs of protection of rights and those of technological advancement, which, with its rapid progress, shows its intolerance for disciplines that are excessively rigid and unable to support it.

This approach seems to animate the Digital Service Act at the Euro-Union level, recently approved definitively by the Council, which provides for a new regulatory framework for digital services based on procedural rules aimed, on the one hand, at strengthening the accountability mechanisms of “very large platforms. “, and on the other hand to guarantee the continuation of their self-regulatory powers.

APartendo dal presupposto che la società digitale e i progressi tecnologici determinano la necessità di un adeguamento, anche solo in senso interpretativo, delle categorie giuridiche del costituzionalismo, lo studio analizza la nuova dimensione della libertà di espressione del pensiero nell'”ambiente digitale “.

Attraverso l’esame dei diversi approcci giurisprudenziali espressi a tutela di questa libertà in Europa e negli Stati Uniti, il lavoro esamina anche il ruolo delle piattaforme sociali, il loro potere di autoregolamentazione e quello di moderazione dei contenuti, che evidenzieranno la necessità di una regolamentazione del fenomeno che bilanci le esigenze di tutela dei diritti e quelle di progresso tecnologico, che, con il suo rapido progresso, mostra la sua intolleranza per discipline eccessivamente rigide e incapaci di sostenerla.

Questo approccio sembra animare a livello eurounionale il Digital Service Act, recentemente approvato in via definitiva dal Consiglio, che prevede un nuovo quadro normativo per i servizi digitali basato su regole procedurali volte, da un lato a rafforzare i meccanismi di accountability delle “piattaforme molto grandi”, e dall’altro a garantire la prosecuzione delle loro potere di autoregolazione.