Questo saggio propone un’analisi delle cause che hanno condotto al judicial activism della Corte costituzionale, prendendo le mosse dalla crisi della rappresentanza politica. In particolare, si vuole dimostrare che i mutamenti che stanno attraversando la nostra società si ripercuotono sui procedimenti di formazione della volontà politica determinando la crisi della mediazione parlamentare. Tale situazione rende il Parlamento incapace di accogliere le istanze di tutela che provengono dalla società civile, determinando uno speculare protagonismo del giudice, a cui tali richieste di riconoscimento dei diritti sono ora rivolte. L’unica possibile soluzione è individuata in una sempre più fertile collaborazione tra Corte costituzionale e decisore politico.
This essay proposes an analysis of the causes that led to the judicial activism of the Constitutional Court, starting from the crisis of political representation. In particular, the aim is to demonstrate that the changes, that our society is crossing by, are having an impact on the processes of political will formation and are leading to the crisis of parliamentary mediation. This situation renders the Parliament incapable of accepting the requests for protection from civil society, leading to a specular image of the judge’s role, to which these requests for recognition of rights are now addressed. The only possible solution is found in an increasingly fertile collaboration between the Constitutional Court and the political decision-maker.