Aspetti de iure condito e prospettive de iure condendo in materia di fine vita. La Consulta si pronuncia per l’inammissibilità del referendum sull’art. 579 c.p.

Il presente contributo muove dalla decisione della Corte costituzionale sull’inammissibilità del referendum abrogativo dell’art. 579 c.p. per raccogliere argomenti a favore della tesi per cui nell’ordinamento giuridico italiano an e quomodo della normazione delle scelte di fine vita ruotano attorno al paternalismo soft di cui troviamo enunciazione nella giurisprudenza costituzionale del 2018-2019 sul suicidio medicalmente assistito. Pertanto, la via parlamentare, tramite la quale è individuabile una fattispecie oggettiva di presupposti soggettivi e condizioni procedurali, appare necessitata per assicurare il rispetto dei principi costituzionalistici che al contempo tutelano i soggetti più vulnerabili e fondano l’autodeterminazione del malato nella scelta di fine vita nella sua duplice declinazione di aiuto a morire per mano propria e per mano altrui.

This paper was prompted by the Constitutional Court’s decision on the inadmissibility of the referendum to repeal Art. 579 of the Italian Criminal Code, in order to offer arguments in favour of the thesis of whether and how the regulation of end-of-life choices in the Italian legal system revolve around the soft paternalism expressed in the constitutional jurisprudence of 2018-2019 regarding medically-assisted suicide. Therefore, the parliamentary method, whereby an objective case of subjective assumptions and procedural conditions can be identified, appears to be necessary in order to ensure compliance with the constitutional principles, which protect the most vulnerable subjects and, at the same time, establish the patient’s right to decide to end their own life, be it by their own hand or by the hand of others.