Pluralismo culturale soggettivo ed oggettivo nel quadro costituzionale: valorizzazione culturale e valorizzazione economica nella disciplina delle sponsorizzazioni

Il diritto dei beni culturali è oggi sempre più oggetto di linee evolutive rispetto ai tratti che lo hanno in origine tradizionalmente caratterizzato: tali linee vanno da un lato nel senso di una sempre crescente apertura alla collaborazione con i soggetti privati, anche in forma di impresa, e dall’altro verso un progressivo ampliamento del concetto stesso di cultura. Entrambe conducono peraltro ad interrogarsi su un nodo teorico di cruciale importanza, ossia sulla ammissibilità e sulla giusta misura, anche nell’ottica della libertà costituzionale di arte e scienza di cui all’art. 33 Cost., di una valorizzazione anche economica del patrimonio culturale, la quale sembrerebbe rispondere a molte delle debolezze, tanto in termini finanziari quanto di professionalità, che oggi caratterizzano la pubblica amministrazione.
Particolare rilievo assume in questo senso la disciplina delle sponsorizzazioni, istituto assai delicato per le grandi potenzialità che lo caratterizzano e al contempo per la fragilità degli equilibri che debbono sussistere fra i molteplici interessi coinvolti per consentirne un utilizzo proficuo per tutte le parti, sia pubbliche e sia private. La normativa esistente, pur sensibilmente semplificata e resa più flessibile dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici nel 2016, richiede ulteriore implementazione, così da uniformarsi al paradigma di una reale sinergia dell’azione e convergenza di intenti pubblico-private, che consentano una valorizzazione inclusiva e sostenibile del patrimonio culturale, in ossequio al quadro costituzionale che vuole la cultura plurale e funzionale alla crescita individuale e collettiva, espressione del principio personalista.

Art and Cultural heritage law is today subject to significant lines of evolution, most of which are developing its main features compared to its traditional configuration. First of all, they concern an increasing opening to cooperation and public-private partnerships, even between public administration and private companies; secondly, they imply a huge enlargement of the “culture” concept. Both those evolution lines bring up the question of the possibility and right measure of the cultural heritage economic valorization, also considering, on one hand, the constitutional principle of art and science’s freedom, and on the other hand the good impact this valorization could have on public administration financial and professional weaknesses.
Particularly relevant within this framework is the sponsorship discipline, a sensitive subject for the delicate balance it implies among the many interests involved. The existing regulation has been significantly simplified and made more flexible compared to the past with the new 2016 Public Contracts Code, but it needs further implementation to match the real synergy and convergence models in public-private cooperation, in order to achieve the result of an inclusive and sustainable valorization of cultural heritage according to the constitutional principles of plural culture and of human both individual and collective developement.

Olivia Pini Autore