Con la decisione in esame, la Corte costituzionale fa salvo, sostanzialmente, l’impianto normativo che obbliga i comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti (o a 3.000, se montani), ad esercitare le funzioni fondamentali in forma associata, intervenendo solo marginalmente, per assicurare, nell’adempimento della previsione normativa, maggiore flessibilità operativa ed il coinvolgimento degli enti locali interessati. Contestualmente, tuttavia, si registra un ripensamento da parte del legislatore, che costituisce un apposito tavolo “politico-tecnico” chiamato a valutare, fra l’altro, l’abolizione di detto obbligo. Mentre permangono le ragioni di carattere economico che avevano suggerito, anche nel nostro Paese, il superamento della frammentazione comunale, attraverso l’adozione di una soluzione tutto sommato compatibile con l’impianto della Costituzione; e mentre si fa strada l’esigenza di una riscrittura organica dell’assetto organizzativo locale.
With this decision, the Constitutional Court essentially preserves the regulatory framework that obliges municipalities with populations up to 5.000 inhabitants (or 3.000 if they are mountain) to exercise the fundamental functions in an associated form, intervening only marginally to ensure, in the fulfillment of the regulatory provision, greater operational flexibility and the involvement of the local bodies concerned. At the same time, however, there is a rethinking by the legislator, which constitutes a special “political-technical” table called to assess, among other things, the abolition of this obligation. While the economic reasons that had suggested, also in our country, the overcoming of the municipal fragmentation, through the adoption of an altogether compatible solution with the establishment of the Constitution remain; and while the need for an organic rewriting of the local organizational structure is emerging.